Spazio, materia e società in Volume di Luca Tentorio

Testo a cura di Giovanni Cappiello

Plastica. Il progetto visuale Volume di Luca Tentorio orbita intorno a questa parola e ne accoglie molteplici suggestioni e significati diversi. Il primo, il più immediato, fa riferimento alla materia dei soggetti ripresi. Una serie di “Ritratti di Plastiche” che parte dal singolo, si muove per progressione aritmetica e arriva al gruppo, che ambiguamente si pone a metà tra un inquietante ritratto di famiglia e un apocalittico, torbido, skyline.

Nella rappresentazione, inevitabilmente antropomorfizzata dalla visione, la plastica sembra farsi sia carnefice che vittima, trasformando la serie in un inquietante racconto simbolico sulla nostra incapacità a rinunciare a ciò che ci distrugge.

Ma la plastica di ‘Volume’ non è solo questo; è innanzi tutto l’aggettivo che la semiotica usa per indicare la capacità delle forme di una configurazione visiva di farsi portatrici di senso. Ed è lungo questa direzione che il lavoro svela il suo significato più intimo – suggerito del resto dallo stesso titolo – che si fonda sulla capacità di questi oggetti di rendere facilmente modificabile il proprio ingombro tra un minimo, che le foto pongono in primo piano, ed un massimo che incombe, evanescente come un fantasma ma presente ed inestricabilmente legato a ciò che si affaccia sul proscenio dell’immagine.
Un “convitato di plastica” fatto di bottiglie vuote, la cui funzione in quanto tali non è altro che l’alienazione di uno spazio inutilizzato e la serialità, anche nella breve sequenza delle immagini del progetto, produce la chiara sensazione di una occupazione che procede per espansioni geometriche.

E qui la riflessione si sposta su di noi e sulle porzioni di volume di questo pianeta che la bulimia postmoderna ci spinge continuamente ad annettere alla nostra esistenza, allargando i confini di un impatto di cui spesso non ci rendiamo conto e che con indulgenza attribuiamo alla nostra inevitabile ricerca di benessere e sicurezza.
Estrema declinazione dell’eterno genere della Natura Morta, Volume condivide con la storia del genere la sua tendenza a indurre chi guarda in riflessioni sulla propria condizione e sul proprio destino; che passa, ci dicono Luca Tentorio e le sue bottiglie, per la determinazione da parte di ognuno di noi del giusto spazio da occupare.

Scroll to top